Guarda il muro davanti a te, mattoni grigi impolverati e accatastati, in modo grossolano non lasciano intravedere la luce. Passa una mano sul muro, lo trovi impolverato e rugoso al tatto, accarezzandolo sembra non ti lasci respirare. Il buio tutt’attorno. Tu e il muro davanti a te. Poi scorgi qualcosa, in alto, tra I mattoni sembra che qualcosa brilli, si muova e piano, lenta, una foglia di acqua scivola sui mattoni cupi, antichi. L’acqua li bagna e li abbraccia, li fà luccicare, sono neri e lucenti. Ed altra acqua esce lenta dalle fessure dei mattoni. Acqua d’argento che tocchi e senti fresca e pulita. Trasparente e silenziosa copre il muro a macchia. E tra le fessure bagnate spunta un delicato germoglio verde che si insinua tra I mattoni e veloce spunta tra le pietre bagnate. Le abbraccia. Gentile la piantina forma piccole chiazze verdi sul tuo muro antico. Tocchi le pietre fresche, accarezzi il muro coperto di lacrime e lo baci. Il freddo dell’acqua ti solletica le labbra e ti sfiori la bocca con I polpastrelli delle dita. Chiudi gli occhi e senti il profumo dell’acqua, di fresco e vivo. Vorresti abbracciare ora il muro che ritorna a respirare dopo essere stato dimenticato e abbandonato per anni. Sorridendo appoggi la testa sui mattoni bagnati e piangendo ti accorgi di quanto tutto può essere imprevedibile e sorridi al pensiero che si possa ritornare a respirare, a sentire.