Ora la terra scotta, e’ calda e rovente, lunghe spaccature rosse di fuoco si aprono fino alla costa, il mare ribolle e trema. Ora batte, pulsa e impazzire come un cuore in corsa. Il calore diventa fortissimo, simile ad una palla di fuoco che pulsa sotto le rocce prima fredde e morte, ora bollenti e spaventate. Le crepe diventano enormi fino alla cima. E smembrano la vetta in mille frange rosse e fumanti. Io sono un vulcano che ora silenzioso trattiene il calore, trattiene emozioni e ora esplode violento con tutta la forza immaginabile. Ed esplode violento, lanciando lingue di fuoco e fiamme e terrore, paura al cielo, silenzioso spettatore, che in breve si oscura, in breve si nasconde dietro l’improvvisa irruenza. E tutto cambia con la forza massima, e tutto esce, tutta la rabbia, la passione, il dolore, un’improvvisa e sconosciuta potenza. La terra e’ stravolta e passiva subisce assecondando il vulcano. E l’aria ascolta il rumore sinistro e inquietante di tanta passione, di tanto furore, di tutto cio’ che il vulcano nascondeva, ma che doveva esplodere. Spietato, tanto quanto meraviglioso, imponente e trascinante. Io sono il vulcano, che ora il freddo delle rocce sconquassa e distrugge, con il suo calore e la sua irruenza, con I suoi colori improvvisamente accecanti, con il suo profumo intenso che entra nella notte buia e ne cancella le stelle. Ora quieto si spegne e chi lo ha visto urlare, lo osserva affascinato, lo teme, ma desidera rivederne la forza. Ora la terra pulsa in un cadenzato ritmo, come il battito del cuore che ora torna tranquilla.