Rabbia, come unghie affilate su di un muro di pietra che lasciano segni più chiari, paralleli, strisce profonde che segnano i grigi mattoni...selciato polveroso da smuovere con i piedi creando una massa di polvere che entra nei polmoni e non lascia respirare...pietra dura e fredda sotto le mie mani aperte, i palmi distinguono perfettamente ogni imperfezione del muro. La fronte appoggiata, lacrime scendono e creano strisce sulle guance, unica traccia di vita presente...voglia di urlare per tirare giù il muro, voglia di strappare ogni singolo filo d'erba presente alla base dei sassi, strappare l'erba con le mani fino a farle sanguinare...un urlo grande, immenso e soffocato, come ogni mio urlo...urlo silenzioso....
Il cuore scoppia davanti a tutto questo...scoppia in silenzio, muto come sempre...e tutto torna bianco, trasparente, senza luce e senza suoni, tutto torna ovattato per non sentire, non provare, non pensare...le mani scivolano lungo i mattoni di pietra fino ad incrociarsi, le mani abbracciano le spalle, il capo chino, nessuna lacrima, non più...lo sguardo riappare vitreo, trasparente...in attesa di giorni nuovi e sempre uguali...i piedi si scostano dal muro...mi giro e osservo la valle attorno...non ha più colori...colori volati nel cielo...alzando gli occhi, un gabbiano vola verso il mare, riabbasso gli occhi, sollevo il colletto della giacca, il capo è chino...un passo dietro l'altro continuo a percorrere il sentiero secco e arido che avevo per un attimo dimenticato...