Camminando in un sentiero cosparso di foglie ormai bagnate ed umide dalla brina che si forma al mattino, ascoltando i miei pensieri e sentendo le carezze sul viso dell'aria fresca del mattino, ogni mio senso appariva bere dal mondo ogni più piccola particella per creare nuove immagini e per arricchire il mio cuore...camminavo oltre, oltre le nuvole, oltre i silenzi, oltre il frastuono...
Lungo il sentiero incontrai una fata china e completamente accartocciata, le esili braccia stringevano le esili gambe piegate, il viso nascosto tra le ginocchia, le ali spente...mi fermai e lieve fu il mio tocco nell'alzarla, uno scambio di sguardi, l'amore negli occhi...proseguii il mio cammino...i miei pensieri cominciavano a vorticare danzando con le immagini dinnanzi a me...un passo dietro l'altro, sentivo i passi incerti e delicati della fata che mi seguiva...così il mio sguardo posava l'attenzione sui rami ormai secchi ed avvizziti degli alberi...quando scorsi dietro un tronco un piccolo folletto che in piedi e rivolto verso l'albero, le braccia incrociate ed appoggiate al legno ed il viso contro di esse, piangeva sommessamente...le piccole lacrime luccivano sulle sue gote...al mio passo si voltò ed i suoi passi incerti tra i fili d'erba lo portarono ad avvicinarsi...i miei piedi proseguirono lievi...il sole era ormai alto nel cielo, ma non riusciva con i suoi raggi a riscaldare la terra ed i cespugli parevano completamente avvolti da un pizzo di ghiaccio...uno scoiattolo tremava dentro ad uno di essi, a mani nude aprii i contorti e spinosi rami e lo scoiattolo mi balzò soave in braccio...sentivo il suo cuore battere forte e riprendendo il cammino, la silenziosa e delicata brigata alle mie spalle sentivo mi seguiva leggera...a loro volta, allungavano mani tra gli alberi per portare sorrisi a nuove creature.
E così lungo fu il mio cammino, da sentire sul viso l'aria gelida, ma nel cuore un gran calore...il ritmo dei passi dietro di me, mi spronavano a proseguire...
Mi imbattei ad un tratto in un essere strano, piccolo e contorto che attirata la mia attenzione cominciò ad urlare improperi ai nostri passi...il mio sguardo si posò sui suoi occhi che però non incrociarono i miei, troppo tronfio di ciò che andava urlando...mi fermai per meglio osservare...e capii che alcuni esseri chiamano con dolcezza, altri con prepotenza...continuai a camminare, certa che anche questo mi avrebbe seguita...ascoltavo il bisbigliare sommesso e gentile intrecciarsi con la volgarità del nuovo essere inserito e capii che i cuori dei miei ospiti si stavano intimidendo. Fermandomi ad un bivio del sentiero mi voltai e nulla aggiunsi, guardando l'ultimo ospite aggiunto, alzai il braccio indicando l'altro sentiero...non ebbi da parlare, lui capì e torvo si inoltrò nell'altro sentiero...perchè non si può insinuarsi nel bene per voltarlo al male, non si può invadere la delicatezza per voltarla alla ruvidezza e tanto non si può sostituire la gentilezza con la volgarità...