Porto la mano sopra gli occhi, per coprirli dai raggi splendenti del sole per seguire la distesa di prati che sotto di me creano uno stacco netto con il colore del cielo...le colline all'orizzonte sembrano accarezzare l'azzurro tetto del mondo e ne seguo le sinuose curve che si perdono alla vista. Attorno profumo di erba bagnata dal temporale della notte che tanto ha infuriato e scosso fiori ed alberi, ed ora, questa mattina, il paesaggio è terso, gocce trasparenti scivolano ancora dalle foglie della betulla a me vicina e l'erba pare stropicciata ma più viva di ieri. Inspiro il profumo dell'aria, e ne avverto la trasparenza, la limpidezza, quasi nell'aria ancora galleggiassero minuscole goccioline di acqua. Mi avvolgo meglio lo scialle attorno alle spalle e guardando dove appoggio i piedi, scendo lentamente il sentiero per raggiungere il campo, sorrido alla piccola lumaca che tenta come me la discesa, mi fermo e l'aspetto, solleva le antenne...mi sta guardando...proseguo il percorso, accanto a me a sfiorare i cespugli di fiori, due libellule incrociano la loro danza d'amore. Volgo lo sguardo al suolo e ritrovo la lumachina. Arrivata nel campo mi sento come avvolta dal verde intenso, come se ogni filo d'erba che ritrovo alta nel prato mi stesse abbracciando, la sfioro con i polpastrelli e mi ritrovo le dita bagnate. E se guardo con attenzione, scopro la vita affacendata nel prato, tutto si muove, anche se non sembra e per poterlo notare bisogna imparare a fermarsi ed osservare. Ciò che prima risultava il silenzio, ora l'allegria dei vari ronzii fa sorridere e dà compagnia, ed io sto immobile per non disturbar l'operosità e rimango incantata. Mi volto e i miei occhi vedono più in là una grande quercia dove uccellini corrono avanti ed indietro per ricomporre il giaciglio scosso dal temporale, tutto è in movimento, nel rispetto. E rispettosa, lentamente mi volto e riprendo il sentiero. Mi siedo sulla panca di legno fuori dalla porta tenendo la tazza di te con due mani quasi a volerle scaldare. I miei occhi non perdono l'orizzonte. Appoggio la testa alla casa, porto la tazza alle labbra e assaporo l'infinito.