Sono in un turbine nero, blu scuro che gira vorticosamente e si muove rabbiosamente nell’immenso del mare. Pareti blu che girano attorno a me, fogli, libri, ricordi che ruotano attorno, non riesco a fermarli, vorrei trattenerli, orsetti, penne, non voglio perderli, ma continuano a girare. Mi porto le mani agli occhi per proteggermi, non riesco a urlare, a parlare, a farmi sentire. Un forte rumore, assordante ed io sono in mezzo. Apro le braccia, ma non riesco a sfiorare le pareti blu del mare. Guardare in basso fa’ paura e in alto vedo il cielo azzurro con le nuvole chiare e spumose. Allunga la tua mano e salvami, non voglio finire tra le cose dimenticate, cancellate, sommerse. Come una bottiglia con all’interno un messaggio che si perde negli abissi del mare. Ho paura e non sento arrivare aiuti, non vedo mani pronte a salvarmi, non sento voci attorno a me. Mi sento male. Mi stringo le braccia attorno al corpo. Mi sento piccola e mi piego sulle ginocchie. Chiudo gli occhi. Finira’? Tutto sembra eterno, sembra per sempre. Ma non puo’ essere per sempre. Non deve essere per sempre. Forse un rumore rumore diverso…. . . apro gli occhi, attorno a me vedo ruotare visi, sorrisi, sguardi che ridono, sguardi che piangono, immagini lontane e dimenticate, vorrei si fermassero per poterle meglio ricordare. Voglio vincere questa pazzia. Non voglio resistere, voglio spraffarla. Allungo ancora le braccia, aggrappandomi alla parete con le unghie, mi sento cadere. Non devo cedere, mi isso con forza, aggrappandomi con mani e piedi. Su, fino in alto. Le mie mani escono da questo imbuto. Mi aggrappo con tutta la mia forza. Appoggio I gomiti. Sento le gambe che vengono risucchiate dal centro della terra. Sono al sicuro. Appoggio il viso sulle mani. Piango. Un ultimo sforzo e mi sdraio sulla pelle del mare. Ce l’ho fatta. Ce l’ho fatta da sola. Sempre da sola. Il cuore mi batte forte. Cerco di calmarmi, gli chiedo di tranquillizzarsi. Le mani mi tremano. Cerco di rilassarle. E’ tutto passato. E’ tutto finito.